In preghiera perchè lo Spirito susciti vocazioni sacerdotali anche nelle comunità di lingua slovena

Tuesday 21 September 2021

Domenica 19 settembre 2021, l’arcivescovo Carlo ha celebrato la messa nella chiesa di S.Andrea e presso il campo sportivo di Peci. Nel corso dei due riti ha ricevuto il Sacramento della Confermazione un gruppo di adolescenti dell’Unità Pastorale Isonzo – Vipacco. Mons. Redaelli  ha sollecitato in particolare ad intensificare la preghiera perchè possano nascere vocazioni alla vita sacerdotale anche nelle comunità della diocesi di lingua slovena.

Un caro saluto a tutti voi, cari ragazzi e ragazze. Mi è dispiaciuto non essere riuscito a incontrarvi prima di oggi, ma ho letto con molta attenzione le vostre lettere, davvero molto belle. E ho anche pregato per voi. Mi ha colpito la qualità della vostra cristiana e il sostegno delle vostre famiglie, la presenza in molte case della preghiera e il vostro desiderio di continuare.

Questo è molto importante. Ricevere il dono dello Spirito Santo e bloccarsi nella vita cristiana è come – scusate il paragone – fare il pieno di benzina e spegnere il motore senza più riaccenderlo.

È importante continuare nel rapporto di fede nel Signore, nell’ascolto della Parola di Dio, nella partecipazione alla Messa, nella preghiera. Continuare a stare in questa bella comunità, a vivere l’esperienza nel gruppo, a impegnarsi come già fate e come potrete fare ancora di più nel servizio all’altare, nel leggere in chiesa, nel coro, nell’essere animatore per i più piccoli. Questo è ciò che conta.

E qui permette una mia lamentela: siamo tra amici e posso farla con tranquillità. Ogni tanto dico a don Carlo, a don Renato e ai vostri sacerdoti: nella nostra diocesi di Gorizia è ripartito il cammino vocazionale, abbiamo sei seminaristi – uno inizia a fine mese con altri otto di Udine e uno di Trieste – e un altro sta frequentando a Roma, ci sono poi anche delle vocazioni religiose, ma provengono tutti da comunità di lingua italiana. Possibile che lo Spirito Santo, che parla tutte le lingue e in ogni cuore, non si dia da fare nelle unità pastorali e nelle parrocchie di lingua slovena? Io non ci credo: c’è qualcosa che non funziona… Forse qui le nonne e le mamme – perché sono loro decisive per le vocazioni – non pregano per avere un nipote o un figlio sacerdote?

Scusate lo sfogo…, ma come sapete io ci tengo molto alla splendida e arricchente presenza di due culture nella nostra diocesi di confine: è un dono prezioso da non buttare via. Lo dico anche a voi ragazzi, senza dimenticare le ragazze perché sono importanti anche vocazioni femminili di consacrazione, nonché ovviamente le vocazioni al matrimonio.

Ma veniamo al Vangelo di oggi. Lo collegherei a qualcosa che so essere molto caro a voi ragazzi e ragazze, cioè l’amicizia. Per i ragazzi e le ragazze della vostra età l’amicizia è una cosa molto importante. È importante anche per noi adulti e spesso gli amici e le amiche più veri sono quelli che si sono incontrati quando si era ragazzi o adolescenti. Ci sono tanti aspetti belli dell’amicizia ed è significativo che qualcuno di voi mi ha scritto che vuole essere amico di Gesù e penso che lo vogliate tutti e se siete qui in chiesa adesso per la cresima è proprio per questo.

Però nell’amicizia possono capitare anche cose brutte.

Una delle cose più brutte che possono succedere in un’amicizia è essere traditi. Vedere che un amico, un’amica con cui si sono passati anni insieme, con cui c’è stata frequentazione, confidenza, tante cose belle ci abbandona e magari si mette contro di noi. È bruttissimo se poi approfitta delle nostre confidenze per farci del male. Spero che questo non vi succeda mai. Purtroppo, ricordate, questo è successo a Gesù: tradito da un suo amico, Giuda, che lo ha consegnato a coloro che lo volevano uccidere, ma anche da Pietro che lo ha rinnegato.

Un’altra cosa brutta è essere abbandonati dagli amici o anche lasciar morire a poco a poco un’amicizia. E anche questo è successo a Gesù: molti a un certo punto lo hanno lasciato durante la sua vita pubblica e tutti durante la passione.

Ma c’è un’altra esperienza negativa che ha fatto Gesù – vedete che non è stato molto fortunato con noi… – ed è quella raccontata dal Vangelo: non essere capito. Siamo verso la fine della vita di Gesù. Da tempo ha scelto degli amici che hanno ascoltato i suoi insegnamenti, hanno visto i suoi miracoli, hanno vissuto con lui. Gesù capisce che sta aumentando l’opposizione verso di Lui e comprende sempre di più che dovrà salvare il mondo attraverso la morte in croce. Non è una cosa facile e si confida con i suoi amici. Loro però non capiscono. Anzi a un certo punto neppure lo ascoltano, ma si mettono a discutere chi di loro è il più grande. Esattamente l’opposto dell’insegnamento di Gesù, che non perde però la pazienza e invece ripropone loro il suo insegnamento sull’amore, sul servizio, sul non pretendere di essere il primo, il più bravo, il più capace, il più applaudito.

Se ci pensate, spontaneamente ci viene da riconoscerci nello stesso modo di pensare degli apostoli. A noi va bene essere i primi, i più bravi, i più capaci. Gesù, però, notate non ci dice di buttare via le capacità che abbiamo, ma di usarle per metterci al servizio degli altri, per amare, per donare quello che siamo. Questo comporta anzitutto che riconosciamo che tutto quello che abbiamo e siamo è dono: non ci siamo “autocreati”, è Dio che ha voluto che esistessimo, che avessimo una bella famiglia, tanti doni, tante possibilità, compresa una comunità che ci ha accompagnati fino a oggi.

Come fare non solo a sapere, ma a comportarci come persone che sanno che tutto è dono e tutto deve essere messo a servizio degli altri? Come fare a vivere questo in quanto amici di Gesù? Ecco il dono che vi viene dato oggi: lo Spirito Santo. Che cosa fa lo Spirito Santo se non renderci ancora più amici di Gesù e quindi, come succede tra amici, sempre più simili, con gli stessi gusti, lo stesso modo di pensare, di comportarci? Lo Spirito Santo è lo Spirito di Gesù: per questo può aiutarci a pensare, sentire, giudicare, amare, servire come Gesù. Certo tutto questo non è automatico. Lo Spirito Santo non ci costringe, ma neppure fa magie. Essere amici di Gesù con l’aiuto dello Spirito Santo richiede conoscere da vicino Gesù, leggere il Vangelo, parlare con Gesù nella preghiera, cercare di vedere le persone come Lui, portare a Lui nuovi amici.

A questo proposito mi ha molto colpito l’episodio capitato qualche giorno fa in una parrocchia di Gorizia. Si teneva la Messa per l’inizio dell’anno di scuola. Erano venuti pochi ragazzi con i genitori, ma anche una ragazzina albanese musulmana. Ha frequentato il centro estivo e il sacerdote l’ha riconosciuta e le ha detto che non poteva fare la comunione perché non è battezzata. Lei tace, ma alla fine della Messa chiede che cosa vuol dire essere battezzata. Il sacerdote sta per rispondere ma intervengono i suoi compagni che le dicono di andare con loro, la portano al fonte battesimale e le spiegano che cos’è il battesimo. Molto bello: dei ragazzi che sono diventati “missionari”, che desiderano che anche altri divengano amici di Gesù.

Vi auguro di essere tutti e tutte amiche e amici di Gesù e di portare a Lui nuovi amici e nuova amiche, lasciandovi guidare dal suo Spirito.

+ vescovo Carlo