Messa crismale sabato 30 ad Aquileia

Friday 1 May 2020

Sabato 30 maggio alle ore 10.00 nella Basilica Madre di Aquileia l’arcivescovo Carlo presiederà la messa crismale che quest’anno – a causa delle limitazioni imposte dal Covid-19, non si è potuto svolgerà come da tradizione la mattina del Giovedì santo. Il rito si svolgerà a porte chiuse con la presenza dei soli sacerdoti, religiosi e diaconi della diocesi.

La memoria di ciascuno di noi sono le radici, che di tanto in tanto siamo chiamati a rivisitarle per meglio comprendere noi stessi. Esse affondano nell’essere persone, cristiani e sacerdoti e ci rinnovano linfa vitale e nuovo slancio nell’agire. La messa crismale o della benedizioni degli olii sacri  che vengono usati nel Battesimo, Cresima, Ordine Sacro e nell’Unzione degli Infermi, viene presieduta dal Vescovo assieme a tutti i Sacerdoti e Diaconi. Prende l’ origine dalle Parole di Gesù a Nazareth  “ Lo Spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazie del Signore” ( Lc. 4,18-19). Il Signore Gesù nel congedarsi da questa vita terrena ha offerto questa potestà (= fiducia) agli apostoli dicendo “ Andate e ammaestrate tutte le nazioni….battezzate ed Io sono con voi fino alla fine del mondo” (Mt.28,19 -20).

Gli apostoli hanno trasmesso questo compito ai vescovi ed i vescovi per poter meglio diffondere il Vangelo hanno istituito i sacerdoti o presbiteri per poter raggiungere anche i villaggi più piccoli e sperduti. “ Ogni sacerdote viene preso dal popolo per essere costituito per il medesimo popolo ed esercita la funzione di padre e di maestro, rimanendo come gli altri fedeli, discepoli del Signore,….fratelli tra fratelli, come membra dello stesso Corpo di Cristo, la cui edificazione è compito di tutti (Ratio Fundamentalis 23).” Segregato per  l’evangelo di Dio (Rm,1,1) non abbia timore di offrire tutta la sua vita al servizio di Dio e degli uomini, anzi a dare la sua vita per la gente (RF35).

Quest’ anno in maniera eccezionale la messa crismale sarà concelebrata, a porte chiuse, sabato 30 maggio alle ore 10.00 nella Basilica Madre di Aquileia.

In quella Eucarestia i sacerdoti rinnoveranno le promesse sacerdotali, fatte al giorno della consacrazione. Oggi più di ieri, dopo questa pandemia, si rende urgente ad indossare “ stola e grembiule” come diceva il vescovo don Tonino Bello: la stola per i sacramenti e il grembiule per i doveri del grembiule= condivisione, aggiornamento, dialogo con l’umanità globale. In questo contesto della nostra Chiesa Isontina, a mio avviso, necessita che noi sacerdoti:

  • Essere maggiormente attenti all’evangelizzazione, tentando di cogliere i nuovi linguaggi in corso per poter tradurre i perenni valori del Vangelo, che ci libera dalla mondanità, che ci fa progredire nella conversione sempre più profonda a Cristo : “sale e luce del mondo” per essere come Cristo raccomanda “ fra voi non sia così, se uno vuole essere grande, si faccia servitore degli altri. Se uno vuole essere il primo, si faccia schiavo degli altri” (Mt. 20,26). Conoscere e meditare la Parola del Signore.
  • In questo atteggiamento di servizio ci guida la parabola del buon Samaritano (Lc 10,25-37) dove non si chiede chi sei, ma interrompe il suo programma, fa i primi soccorsi e lo affida a chi può assicurargli un luogo di ospitalità “ va e fa anche tu così.” Oggi ci viene chiesto di conoscere le nuove povertà, come la mancanza di lavoro, l’emarginazione sociale dei più deboli, la solitudine degli anziani e a volte anche dei bambini, la difficoltà ad ascoltarsi (=non ho tempo) famiglie fragili, mancanza di tolleranza… di queste Comunità (=sacerdoti e fedeli), ha necessità la Chiesa per evangelizzare per attrazione. La Caritas può essere una buona scuola di apprendimento e di pratica.
  • Scaturisce così la necessità di un cammino sinodale(= camminare assieme) dentro e fuori la Comunità cristiana. Dentro la Comunità per poter realizzare la comunione nelle diverse componenti di diverse persone e sensibilità ed esperienze, e dialogare con la società del  luogo per conoscere situazioni e problemi che si devono affrontare in collaborazione con altre istituzione e gruppi, ma anche con le antenne tese a cogliere i problemi della globalizzazione, poiché tutti siamo nella stessa barca e umilmente gridiamo “ salvaci Signore, stiamo per morire!” (Mt.8,25). Preghiera per ben discernere e camminar al ritmo del più debole.

Questo tempo di pandemia ci parla: non sarà più come prima. Urge riscoprire le relazioni di amicizia e di Comunità, tentiamo di dedicare tempo e noi stessi. La Speranza non mancherà  se veramente crediamo in LUI “amatevi gli uni gli altri come Io ho amato voi” ( Gv. 13,34) “Io ho vinto il mondo”(Gv.18,33).

Mons. Armando Zorzin

Vicario generale dell’Arcidiocesi