Tre benedizioni e tre auguri

Monday 3 January 2022

La sera del primo giorno dell’anno civile, 1° gennaio 2022, giorno in cui la liturgia celebra in modo particolare Maria Madre di Dio e la Chiesa invita a riflettere sul tema della Pace, l’arcivescovo Carlo ha presieduto la messa in cattedrale pronunciando la seguente omelia.

Il modo usuale di benedire da parte del vescovo, è quello di tracciare sul popolo di Dio tre segni di croce in corrispondenza dei nomi del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Così farò anche questa sera a conclusione di questa celebrazione che inaugura il nuovo anno. Non conosco l’origine storica di questa modalità di benedizione, ma vorrei darle un particolare significato collegandola alla triplice benedizione che Aronne deve compiere su Israele per ordine di Mosè, secondo le parole del Signore. Parole che abbiamo ascoltate nella prima lettura e che utilizzeremo anche per la benedizione di stasera. Vorrei che fossero parole di augurio per tutti, sapendo che mentre le nostre espressioni di augurio sono solo un auspicio di bene, le benedizioni del Signore sono invece comunque efficaci e si realizzano.

La prima benedizione di Aronne si esprime così: «Ti benedica il Signore e ti custodisca». Il contenuto della benedizione è la custodia. La custodia non di una guardia, ma di un padre, che ci custodisce, ci protegge, pensa a noi. Un bambino si sente custodito e protetto quando è tra le braccia di un padre. E noi siamo realmente figli di Dio: ce lo ha ricordato Paolo nella seconda lettura affermando che non siamo più schiavi (schiavi del peccato e del male), ma figli ed eredi di Dio. Figli amati e custoditi.

C’è un salmo che esprime molto bene questa custodia da parte di Dio: il salmo 121. Ve lo leggo: «Alzo gli occhi verso i monti:         da dove mi verrà l’aiuto?       Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra. Non lascerà vacillare il tuo piede, non si addormenterà il tuo custode. Non si addormenterà, non prenderà sonno il custode d’Israele. Il Signore è il tuo custode, il Signore è la tua ombra e sta alla tua destra. Di giorno non ti colpirà il sole, né la luna di notte. Il Signore ti custodirà da ogni male: egli custodirà la tua vita. Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri, da ora e per sempre».  Il Signore non si addormenta mai, veglia sempre su di noi. Così sarà sicuramente anche in quest’anno 2022. Questo ci riempie di grande fiducia e di grande speranza: qualsiasi cosa succeda, il Signore comunque ci custodisce e ci protegge, protegge me, la mia famiglia, le persone che mi sono care, la mia città, la mia nazione, l’intera umanità.

L’essere custoditi, però, non toglie la nostra responsabilità, di noi voluti da Dio come figli liberi e capaci di decidere e di essere responsabili delle proprie scelte, una responsabilità anche in termini di custodia. In particolare in questo tempo di pandemia. Proprio perché custoditi siamo chiamati a nostra volta a custodire. Custodire la nostra persona e la nostra salute: perché il Signore ci affida anzitutto a noi stessi. Custodire gli altri e la loro salute. È un vero e proprio dovere morale e per questo un atto di amore che ha l’obbligatorietà appunto dell’amore verso gli altri. Una custodia della salute e della sicurezza di tutti da attuare utilizzando responsabilmente i mezzi che la scienza e chi ha il compito non facile, ma imprescindibile del bene comune ci mettono a disposizione.

Vi auguro un anno in cui vi sentiate custoditi e capaci di custodire.

La seconda benedizione di Aronne si esprime così: «Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia». Quando un bambino vede sopra di sé il volto sorridente della mamma – Dio è anche madre – o del papà non può che sorridere a sua volta. La grazia è il sorriso di Dio che diventa il nostro sorriso. Il sorriso e la gioia di una vita in grazia. La grazia è la vita di Dio che ci viene comunicata: una vita piena, autentica, vera. Un tempo si legava troppo la grazia di Dio al tema del peccato: sono in grazia di Dio se non ho fatto peccati gravi. In realtà sono sempre in grazia di Dio, nel senso che il suo volto splende sempre su di me e quando sono bloccato dal peccato e dal male, quel volto diventa, se possibile, ancora più misericordioso e i suoi occhi ancora più ricolmi di compassione e di tenerezza.

Vi auguro un anno in cui percepire sempre sopra di voi il volto splendente e misericordioso di Dio.

Infine la terza benedizione di Aronne si esprime così: «Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace». Ancora il volto di Dio, un volto che dona la pace. Ormai da decenni il primo giorno dell’anno celebra la giornata della pace e anche quest’anno papa Francesco ci ha proposto il suo messaggio. Già il titolo prescelto rivela ciò che papa Francesco auspica per la pace: «Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura». Il papa parla di “strumenti per edificare una pace duratura” perché la pace è certo dono del Signore, da invocare sempre e in particolare in riferimento a situazioni di crisi in giro per il mondo, che siano conosciute o, come capita spesso, totalmente ignorate dai nostri mezzi di comunicazione sociale.

Ma la pace è anche compito che il Signore affida a noi suoi figli. Tutti abbiamo quindi responsabilità verso la pace e non solo i governanti o chi ha comunque un ruolo nell’ambito della società internazionale. A questo proposito c’è un significativo passaggio nel testo di papa Francesco – che nella sua integralità lascio alla vostra lettura: lo trovate facilmente in internet – dove il papa distingue tra l’architettura della pace, che spetta ai governanti, e l’artigianato della pace che tocca a ognuno di noi. Ve lo leggo: «In ogni epoca, la pace è insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso. C’è, infatti, una “architettura” della pace, dove intervengono le diverse istituzioni della società, e c’è un “artigianato” della pace che coinvolge ognuno di noi in prima persona. Tutti possono collaborare a edificare un mondo più pacifico: a partire dal proprio cuore e dalle relazioni in famiglia, nella società e con l’ambiente, fino ai rapporti fra i popoli e fra gli Stati».

Vi auguro un anno in cui ciascuno di noi, con semplicità e umiltà ma anche con tanto coraggio, sia un artigiano della pace.

Maria, che oggi celebriamo come Madre di Dio, Lei che ha custodito tra le sue braccia il Figlio di Dio e figlio suo. Lei che è la piena di grazia e la Regina della Pace, ci assista tutti in questo nuovo anno con la sua tenerezza di Madre e il suo affetto di nostra sorella nella fede. Auguri.

Buon anno.

Srečno novo leto.

Bon principi dal An.

+ vescovo Carlo