Il mandato ai catechisti
Il discorso del mandato ai catechisti pronunciato dal vescovo Carlo in occasione del loro annuale convegno svoltosi a Cormons
27-10-2018

Quest’anno il mandato dei catechisti può avere un significato nuovo, una profondità maggiore che nel passato. Ci troviamo infatti in un anno pastorale che, come è espresso dal titolo della lettera pastorale, vuole essere attuazione del mandato del Risorto:  “anch’io mando voi”. Risulta quindi con chiarezza che il mandato non è tanto quello dato dal vescovo e dalla Chiesa diocesana, ma è quello di Cristo. Il vescovo, i vostri parroci che vi hanno chiesto di assumere l’incarico di catechista, sono solo portavoce del mandato del Risorto: «come il Padre ha mandato a me anch’io mando voi». Ciò significa che voi partecipate dello stesso mandato del Signore Gesù. Lui è l’inviato dal Padre per annunciare a tutti gli uomini la salvezza. Questo comporta due elementi.

Il primo, che è un presupposto necessario per il vostro compito: si può essere catechista solo se si vive una profonda e autentica comunione con il Risorto. Una comunione che certamente è dono, non nostro impegno, perché ci viene garantita dallo Spirito Santo, dalla sua presenza in noi e nella vostra azione di catechisti. Una comunione però che va nutrita attraverso la preghiera quotidiana, l’ascolto e la meditazione ogni giorno della Parola di Dio, la partecipazione all’Eucaristia. Una comunione quindi che deve progressivamente trasformarci nel Signore Gesù. Senza pretendere di essere diversi da quello che siamo, da come il Signore ci ha creati e voluti con le caratteristiche della nostra personalità, l’azione dello Spirito può progressivamente donarci il modo di pensare, di sentire, di agire, di servire, di amare di Cristo. Aggiungo, ma non dovrebbe essercene bisogno, che nella preghiera quotidiana dovrebbero essere sempre presenti i ragazzi e le ragazze che sono affidati a ciascuno di voi insieme alle loro famiglie (nella tasca o nella borsetta di ogni catechista dovrebbe esserci il loro elenco, da prendere in mano ogni sera per pregare per loro).

Un secondo elemento importante presente nel mandato del Risorto è il contenuto di questo mandato, cioè l’annuncio della salvezza. Dovete essere consapevoli che voi ai ragazzi e alle ragazze non insegnate anzitutto delle nozioni, non tenete anzitutto una lezione e neppure li rendete partecipi di una bella esperienza di gruppo, ma annunciate la salvezza. Lo dico con altre parole: dovete essere consapevoli che avete per loro un dono speciale, che volete trasmettere e annunciare: il segreto della felicità. La salvezza è la​ felicità e voi avete in mano questo segreto da annunciare e testimoniare ai ragazzi e alle ragazze e da ricordare agli adulti. Niente di meno che la felicità. Niente di meno che il senso della vita, niente di meno che l’amore di Dio che è all’origine della nostra esistenza e ne è compimento.

E allora andate con coraggio ad annunciare e a testimoniare questo, mandati da Risorto come Lui è stato mandato dal Padre. Con la forza dello Spirito Santo. E con tanta gioia.

Buon lavoro e grazie.​

+ Vescovo Carlo